Lavorare sulla fiducia

Il lavoro a distanza è uno shock solo per le aziende basate sul controllo. Ma per le aziende in cui esiste un sistema di deleghe (e di valutazioni) funzionanti, in fondo non è niente di nuovo. Ce lo dice Matt Mullenweg

Matt Mullenweg è un bel giovanotto biondo e barbuto (in alcune foto più informali potrebbe essere un membro dei Pearl Jam), è nato nel 1984 e soprattutto è il fondatore di WordPress, la piattaforma per siti web più usata nel mondo. Nella sua presentazione su LinkedIn, Matt scrive “venite a far parte di un’azienda che lavora da casa prima che chiunque fosse costretto a farlo”. In altre parole, Automattic (bel gioco di parole basato sul nome del fondatore), l’azienda che gestisce WordPress e altre piattaforme digitali, promuove il lavoro remoto da sempre. Oggi dà lavoro a 900 dipendenti in 70 paesi del mondo, senza una vera e propria sede e – anzi – incoraggiando il “lavoro distribuito”. Se fate una ricerca sul tema del lavoro in remoto, vi sarà impossibile non imbattervi in Matt o in uno dei suoi collaboratori. In pratica rileggere oggi le vecchie interviste di Mullenweg fa lo stesso effetto, quasi straniante, di quando si parla con l’allenatore delle giovanili che ha scoperto un talento sportivo di oggi in quello che era poco più che un bambino, magari troppo basso o troppo magro.

Quella di Automattic è una posizione sicuramente estrema, che forse sarà quella di noi tutti un giorno, ma non oggi. Ma da questa azienda innovativa anche per gli stessi standard del settore tech americano possiamo sicuramente trarre qualche indicazione utile.

I tre tempi

Per affrontare il lavoro a distanza occorre dotarsi delle piattaforme giuste. Facile, per Automattic, che le piattaforme le produce. Davide Casali, uno dei principali collaboratori di Mullenweg, individua tre “velocità della collaborazione”: quella real time, scambi brevi e veloci, le chat; quella asincrona, in cui chi scrive si aspetta una risposta ma non in real time (le e-mail, per capirci); quella “stabile”, costituita da documenti che vengono scritti e archiviati, che verranno letti da molte persone, ma per i quali non ci si aspetta alcuna risposta (ad esempio i manuali di procedure). Tre cose che tutti possiamo già fare.

Il buco nero

Un’azienda attiva in tutti i fusi orari del mondo e pertanto sempre “aperta” rischia di diventare una sorta di buco nero che assorbe troppe energie: pertanto Automattic ha progettato anche spazi di evasione, i “water cooler”, l’equivalente della nostra pausa caffè. Aree digitali, blog o piattaforme espressamente dedicati a tematiche non lavorative.

L’elemento implicito

“Tutto questo si basa su un elemento implicito, che è la fiducia”, ha spiegato Casali in una recente intervista. È il passaggio dal controllo alla fiducia la vera sfida con cui molti datori di lavoro hanno dovuto confrontarsi, e su cui molti sono inciampati. Nelle organizzazioni in cui il principio della fiducia e della delega era già forte, lo stress è stato sicuramente minore, in alcuni casi quasi inesistente, ovviamene al netto della fatica, delle troppe video-call, dell’assenza di rapporti umani, che però – se ci pensiamo – sono più figlie del Covid-19 che del remote working propriamente inteso.

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